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T.S.BACK TO THE FUTURE: KAWASAKI – D.E.A.

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In evidenza T.S.BACK TO THE FUTURE: KAWASAKI – D.E.A.
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Primi test positivi per la Kawasaki-D.e.a. Kr250

Vallelunga 8 dicembre 2016 -  Una splendida giornata di sole, con temperatura massima di 8°, per il primo test completo della nuova Kawasaki Kr250 dell’estroso Flavio Frighi. Da sempre alla ricerca della perfezione per le sue Kawasaki replica, il costruttore ferrarese propone il matrimonio del tradizionale telaio in tubi a doppia culla con il motore bicilindrico 250 in tandem dell’italiana D.e.a. engineering. Un progetto ambizioso quello di Frighi: una moto di concezione di fine anni settanta che possa imbrigliare una cavalleria di ben oltre 90 cavalli. Risultato? Un grande successo!

Sin dalle prime fasi del riscaldamento, si percepisce la netta sensazione di avere a che fare con un prototipo fuori dagli schemi. Rapidissima la salita dei giri motore accompagnata da un sibilo spacca timpani delle sinuose espansioni. L’ampio radiatore viene quasi totalmente nastrato per dare modo alla termica di restare tra i 52 e i 60 gradi. Pronti per l’entrata in pista.

L’uscita dalla pit lane è accompagnata da un susseguirsi di impennate di potenza dalla prima alla terza marcia. Il primo giro viene completato passando per i box per rivedere la nastratura del radiatore. Si riparte per un run di 5 tornate. Il motore D.e.a. ha un ottimo tiro già dal primo dieci per cento dell’apertura gas. Circa 7500 giri/min si parte e con vigore agli 8500 si avverte netta la sensazione di spinta propulsiva. L’ammissione a disco rotante per questo italianissimo motore permette di arrivare alle vette più alte di potenza della categoria. Un tiro missilistico accenna a stabilizzarsi intorno ai 13.700giri/min.

Nonostante la  rapportatura del cambio non sia ideale e soprattutto le condizioni atmosferiche siano allineate con la stagione è giunta netta la sensazione di avere sotto il sedere un’autentico prototipo fuori dagli schemi.

Andrea Degli Esposti, patron della D.e.a. Engineering, conosciuto nell’ambiente internazionale come Mr.Dea, è presente al varo ufficiale della Kawasaki-Dea Kr250. “La realizzazione di tutti i miei motori è concepita con il pensiero fisso della semplicità di utilizzo. Tutti possono usarli senza l’aiuto di tecnici specializzati”. La quasi trentennale esperienza nel mondo della progettazione e della produzione di motori da competizione porta Mr.Dea al concetto della facilità gestionale. Di sua produzione i carburatori a cui ha abbinato un semplicissimo sistema meccanico di power jet. Valvola sullo scarico pneumatica (quindi meccanica) mono baglionetta che permette un’erogazione più o meno dolce o aggressiva. Ampi volumi di compressione. Tutte caratteristiche che portano alla facilità gestionale ed intervalli di manutenzione di circa 500-600 km per i pistoni e oltre 2500 km per le bielle.

Elettronica? Il minimo indispensabile. La D.e.a. fornisce con il propulsore anche la centralina elettronica con la selezione di due mappature con possibilità di cambiata assistita e controllo di trazione. Ma niente in più, proprio per il concetto che quello che non esiste non si rompe. La scelta per la carburazione è indirizzata da Mr Dea sulla scelta del getto del massimo e polverizzatore. Gli spilli in questo concetto di carburazione hanno poca rilevanza.

Il telaio in tubi della Kawasaki-Dea è un doppia culla tradizionale ma opportunatamente rivisto nelle giometrie. L’angolo di sterzo è stato variato e ora è di 22,5 gradi. Il motore è stato montato in alto proprio per privilegiare l’agilità. Cerchi Marchesini forgiati da 17 pollici. Forcella di tipo tradizionale con attacchi pinza assiali e leveraggio uni-track per le sospensioni fornite dalla italiana FG Gubellini.

“Con questo nuovo progetto voglio dimostrare che una ciclistica old style abbinata ad un propulsore moderno può dare grande soddisfazione a tutti i livelli” ha dichiarato Flavio Frighi.

Roberto Marchetti è stato scelto per il primo collaudo ufficiale “Frighi mi ha contattato qualche settimana fa chiedendomi di testare la nuova Kr250 e non mi sono tirato indietro. Arrivata l’occasione sulla pista di casa (Vallelunga) mi sono messo a disposizione. Con i consigli dell’ex campione italiano Silvano Bertarelli, sono entrato in pista inizialmente tidubante ma dopo il primo run ho cominciato a capire come gestirla.” Delle piccole imperfezioni non hanno penalizzato più di tanto il test. Lievemente imprecisa la lancetta del contagiri, il comando della frizione idraulica non permetteva uno stacco frizione preciso. Ma per il resto tutto ha funzionato a dovere e il divertimento è stato unico.

Ro.Ma.